Stai per partire per la prossima vacanza? Sia al mare che in montagna vuoi essere sempre protetta dalla scottature e dai danni che può provocare il sole? Ecco tutto quello che devi sapere sui filtri solari chimici e fisici

Non c’è niente di più bello che esporsi al sole, anche durante una vacanza d’inverno. Questo perché il sole non solo ci fa star bene fisicamente, ma migliora anche il nostro umore. Proprio per tale motivo, è molto importante esporsi ai raggi solari sempre nel modo corretto proteggendo la nostra pelle con le creme giuste. In commercio esistono tantissime creme con protezione UVA e UVB ma non tutte sono adatte alla nostra tipologia di pelle.

Quindi, come scegliere quella più adatta a noi? Meglio utilizzare una crema solare con filtri chimici o con filtri fisici?

Leggi l’articolo e scopri tutto quello che c’è da sapere sui filtri solari chimici e fisici.

crema solare

FILTRI CHIMICI E FILTRI FISICI: facciamo chiarezza.

Vengono definiti raggi UV tutte le radiazioni solari che, per le loro caratteristiche, sono classificate in base alla lunghezza d’onda. Oltre alla luce che percepiamo visibile ci sono altre tipologie che possono creare non pochi danni alla nostra pelle.

Infatti, è possibile distinguere:

  • raggi infrarossi (ir)
  • raggi ultravioletti ( Uv).

Quest’ultimi, a loro volta, si suddividono in 3 categorie di radiazioni:

  • UVA, che sono responsabili della pigmentazione e del foto-invecchiamento. Essi rappresentano una minima minaccia per la nostra pelle anche durante i giorni in cui il cielo è coperto e nuvoloso;
  • UVB, che causano danni agli strati superficiali della pelle e sono responsabili della foto-carcinogenesi e delle scottature;
  • UVC raggi che vengono schermati dallo strato di ozono, e proprio per tale motivo, non raggiungono il suolo.

Le scottature dei raggi UVA, a differenza di quelle provocate dai raggi UVB, non ci creano particolari disagi o fastidi nell’immediato. Questo però, non vuole dire che non ci causano problemi. Anzi, il loro impatto negativo può manifestarsi anche dopo anni.

Possiamo ridurre l’effetto nocivo dei raggia UVA utilizzando:

  • gli occhiali da sole;
  • indumenti protettivi;
  • filtri solari.

Secondo l’articolo 2 del regolamento CE n.1223/2009 del 30 novembre 2009 sui prodotti cosmetici, i filtri UV sono definiti come “sostanze destinate esclusivamente o prevalentemente a proteggere la pelle da determinate radiazioni UV attraverso l’assorbimento, la riflessione o la diffusione delle radiazioni UV”.

Più dettagliatamente, i filtri solari possono essere di due tipologie:

  • chimici con struttura differente, capaci di assorbire, diffondere e/o riflettere i raggi ultravioletti. Proprio per questo motivo che sono impiegati all’interno dei prodotti solari e sono regolamentati dalla normativa vigente;
  • fisici capaci di riflettere e/o diffondere le radiazioni ultraviolette.

filtri chimici e filtri fisici
I filtri fisici, inoltre, vengono chiamati anche filtri inorganici o insolubili. Questo perché, sono molecole inorganiche privi di atomi di carbonio, all’interno della loro struttura, e di ossidi che si presentano in forma di particolato (da qui, probabilmente, deriva il nome di filtri fisici). Hanno, quindi, proprietà schermanti e agiscono come un vero e proprio schermo alle radiazioni UV. Sono formati da piccole particelle minerali che riflettono i raggi solari che agiscono come degli specchi.

In grado di respingere sia le frequenze UVA che quelle UVB, i filtri che sono ammessi all’interno dei prodotti solari sono:

  • Biossido di titanio;
  • Biossido di titanio nanoparticelle;
  • Ossido di zinco;
  • Ossido di zinco nanoparticelle.

La legge ne stabilisce la loro concentrazione massima e le caratteristiche come diametro, solubilità, purezza, rivestimento, ecc. Ed inoltre, viene stabilito che i filtri fisici non devono essere utilizzati  “nelle applicazioni che possano comportare un’esposizione dei polmoni dell’utilizzatore finale per inalazione” (ad esempio, prodotti spray).

A differenza dei filtri chimici, i filtri fisici:

  • non trattengono il calore;
  • non penetrano nella pelle;
  • non vengono scomposti;
  • non interagiscono e non vengono alterati né danneggiati dalle radiazioni solari;
  • sulla cute, tendono a dare origine al cosiddetto “effetto bianco” o “effetto fantasma“, proprio per la loro funzione di riflettere le radiazioni ultraviolette e la luce visibile;
  • sono fotostabili e non reagiscono con i filtri chimici.

Per quanto riguarda, invece, i filtri Chimici vengono definiti tali quelli che risultano capaci di assorbire le radiazioni UV attraverso un meccanismo analogo a quello esercitato dalla melanina, il pigmento naturale responsabile dell’abbronzatura.

Infatti, i filtri chimici assorbono in modo selettivo le radiazioni elettromagnetiche ultraviolette restituendole sotto forma di altra energia, non pericolosa per la pelle. Alcuni assorbono solo i raggi UVA corti, altri solo gli UVB, che vengono poi scomposte e che trattengono l’energia per poi rilasciarla sotto forma di calore e/o fluorescenza . Quindi, in parole povere, i filtri chimici assorbono parte delle radiazioni solari e rilasciano l’energia sotto forma di calore.

Inoltre, tali filtri sono noti come filtri organici” e, a differenza di quelli fisici, non lasciano l’effetto bianco quando vengono applicati sulla pelle.

 

Quindi, sono sostanze di sintesi che catturano l’energia delle radiazioni UV per evitare che raggiungano e danneggino le cellule.

I filtri solari chimici approvati dalla legge sono diversi e vengono suddivisi in:

  • Filtri chimici UVA, che derivano dal benzofenone e dal di-benzoilmetano.
  • Filtri chimici UVB, che derivano dall’acido para-amminobenzoico, dall’acido salicilico, dall’acido cinnamico e dalla canfora

Anche per i filtri chimici, l’elenco di quelli ammessi per preparazione di prodotti cosmetici è riportato nell’allegato VI del regolamento CE n.1223/2009 del 30 novembre 2009 e successive modifiche.

Da precisare che i chimici sono ingredienti molto critici e oggetto di studi approfonditi proprio perché sembrano essere associabili a danni al sistema endocrino.

donna con cappello al mare

Quindi, come deve essere una crema per essere definita come un ottimo solare?

Una buona crema solare, per essere definita tale, deve:

  • dare una efficace protezione da radiazioni UVA e UVB
  • essere resistente all’acqua e al sudore
  • essere facile da applicare e da spalmare
  • essere foto-stabile e termostabile
  • non contenere sostanze allergizzanti
  • essere ricco di antiossidanti
  • essere realizzato unicamente con filtri fisici

 

Sono, quindi, da preferire le formulazioni realizzate con ingredienti naturali, ricchi di antiossidanti e vitamine, proprio come i nostri prodotti solari

Da precisare che i filtri chimici sono molto inquinanti per:

  • pesci,
  • molluschi,
  • alghe;
  • coralli.

Questo perché possono provocare delle modificazioni genetiche alterando comportamenti neurologici e riproduttivi di diverse specie animali.